Nell’ultimo decennio l’innovazione tecnologica e i nuovi approcci terapeutici, farmacologici e osservazionali hanno portato a importanti evoluzioni e cambiamenti, riassumibili in 4 punti:
1. Diagnosi precoce: dopo anni di dibattito e studio intorno all’utilità del PSA nello screening tumorale, a livello europeo si considera l’esame periodico del PSA dai 50 anni in poi (40 anni in caso di familiarità) un’importante misura preventiva che va adattata ai fattori di rischio del singolo paziente.
2. I nuovi strumenti per la diagnosi e la stadiazione: oggi si dispone della risonanza magnetica multiparametrica, un esame sofisticato e complesso che permette di evidenziare le aree sospette meritevoli di accertamenti bioptici mirati e di guidare il campionamento della prostata durante la biopsia in tecnica di fusione.
3. Le opzioni terapeutiche: a seconda delle caratteristiche della malattia il paziente può scegliere tra diverse opzioni terapeutiche e osservazionali: chirurgia, radioterapia esterna, brachiterapia, sorveglianza attiva, vigile attesa e farmaci ormonali, chemioterapici, terapia radiometabolica e immunoterapici innovativi.
4. L’approccio multidisciplinare: a fronte del variegato scenario terapeutico e osservazionale il paziente deve essere messo a conoscenza delle opzioni e dei relativi effetti collaterali. Diventa quindi fondamentale l’apporto del team multidisciplinare e multiprofessionale che, a seconda delle fasi di malattia, interviene nel percorso del paziente. La sinergia di urologi, oncologi radioterapisti, oncologi medici, psicologi, patologi, radiologi ma anche andrologi, esperti di tecniche riabilitative, terapie di supporto e terapie palliative permette di mettere il paziente al centro del percorso di cura.